San Mango prima, durante e dopo il 1943 (video)

Nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943 con lo sbarco nel golfo di Salerno le forze alleate avviarono l’operazione Avalanche. Lo sbarco fu effettuato in due tempi: prima gli alleati sbarcarono sulle spiagge all’altezza di Pontecagnano e Battipaglia, quindi a Paestum ed Eboli. L’operazione condotta dal generale Clark parti alle ore 3.30 del 9 settembre 1943, grazie alle favorevoli condizioni metereologiche ed all’elevata oscurità che occultava lo sbarco stesso. La reazione dei tedeschi fu molto pesante e violenta, e le truppe della V Armata si trovarono in grave difficoltà tanto da temere il peggio. Dopo 10 giorni di scontri e nonostante le gravi perdite, l’esercito alleato riuscì a tenere la posizione e a cacciare i tedeschi verso nord.
In questo filmato si riporta spezzoni di filmato che testimonia il passaggio in San Mango Piemonte dei soldati americani. Il video è arricchito con foto immaggini precedenti il 1943 e successive alla conflitto mondiale, dalla foto degli anni ’30 del vecchio palazzo municipale fino ai primi anni ’60 con immagini delle celebrazioni del 4 novembre.

L’operazione Avalanche sconvolse tremendamente le nostre zone, testimonianze della furia dei combattimenti sono ancora visibili. Reperti sono ancora sparsi sulle colline picentine. L’associazione “Salerno 1943”, nata nel 2007 con l’obiettivo della ricerca, catalogazione, conservazione, e condivisione di tutto il materiale militare e civile inerente al secondo conflitto mon-diale, nel 2010 ritrovò sul monte Tubenna i resti del bombardiere B-17F 42-5837 abbattuto dalla contraerea tedesca. Il ritrovamento fu reso possibile grazie  al prezioso aiuto di Gigino Vitolo e di un testimone ultranovantenne, Antonio Fortunato,  che fu spettatore dell’evento.
(clicca qui per leggere un sostanzioso reportage del recupero dei resti) .
Tratto dal libro “Schegge di Storia: Salerno e l’operazione Avalanche“: «Egli (Antonio Fortunato) vide, in una torrida giornata di agosto del 1943, un grosso aereo in fiamme che perdeva vistosamente quota. Assistè poi alla discesa di 3 paracadutisti appena qualche secondo prima che l’aereo si schiantasse contro il lato occidentale della montagna fra i comuni di San Cipriano Picentino e San Mango Piemonte. Potendo beneficiare delle precise indicazioni di Antonio e dell’esperta guida di Gigino ci è stato abbastanza semplice ritrovare le tracce del disastro. Fin dai primi ritrovamenti ci siamo resi conto che si trattava di un bombardiere B-17 soprannominato, a motivo delle numerose postazioni di mitragliatrici di cui disponeva, “Fortezza volante”. Abbiamo recuperato dei frammenti di targhetta in alluminio con la stampigliatura “BOEING”, una fabbrica americana che produceva componenti per questo tipo di bombardieri. Un’altra indicazione è arrivata dal ritro-vamento di un paio di coprivalvola del motore Wright R-1820-97 che equipaggiava tali aerei. Ulteriore conferma è arrivata dal rinvenimento di alcuni bossoli da 12,7 mm esplosi. Questo munizionamento era in dotazione alle 13 mitragliere antiaeree che equipaggiavano i B-17. Alcuni risultano essere esplosi a causa dell’incendio svi-luppatosi a seguito dell’impatto ma altri sono stati sparati prima che l’aereo precipi-tasse. Evidentemente l’equipaggio si difese strenuamente dagli attacchi della Regia Aeronautica e della Luftwaffe prima che l’aereo fosse colpito e abbattuto.»