Famiglia SANTOMANGO, baroni di San Mango

Antichissima e mobilissima Famiglia Salernitana detta anticamente De Cripta o Delle Grotte prese il nome di Santomango o Santomagno, dal nome della terra di SantoMagno della Foria di Salerno, quando Adelmo Normanno, nel 1076 al Duca Roberto il Guiscardo fu da quest’ultimo remunerato per i suoi servigi con la concessione della signoria sulla citata Terra.

Tra i numerosi e nobili rappresentati di questa Famiglia ricordiamo:
Malgerio, Signore di San Mango e vassallo della Chiesa Salernitana.  Nel 1251 fu eletto Castellano del Castello di Battipaglia dall’arcivescovo Cesario.
Malgerio, fu tra i Baroni che Re Carlo II mandò in Costantinopoli nel 1287 per riporre sul trono Filippo di Courtenay. Fu Segreto di Puglia con Bartolomeo Ollopisce.
Malgerio di Santomango, feudatario sotto Re Carlo I, fu da questi armato Cavaliere. Fu tra i Baroni che si offersero, nell’anno 1276, di armare un esercito per la guerra designata dal Re Carlo I contro il Paleologo Imperatore di Costantinopoli.
Filippo di Santomango, figlio di Malgerio III, Signore di Santomango e di altri vassalli della Foria di Salerno nell’anno 1290.
Filippo, Vescovo di Capaccio tra il 1312 ed il 1336. Nel 1309 fu rettore della cappella di Sant’ Ambrogio de Montecorbino. Il 7 luglio 1312 fu eletto vescovo di Capaccio e confermato successivamente da Papa Clemente V. Nel suo lungo periodo di ministero pastorale ne fu sperimentata la prudenza nonché la sincera devozione e fedeltà alla Chiesa riscuotendo la fiducia e la benevolenza del pontefice Giovanni XXII. Morì in Salerno nel mese di luglio del 1336 e le sue spoglie mortali furono inumate nel Duomo.
Tommaso, Vescovo di Capaccio tra il 1341 ed il 1382. Nel 1339 l’abate Tommaso Santomango risulta Rettore della Chiesa del Santissimo Salvatore in Filetta. Nominato vescovo di Capaccio nel 1341 visse in un periodo particolarmente burrascoso per la Chiesa. Morì in Salerno il 12 luglio 1382 con il cuore gonfio di ambascia, per lo scisma, ma, irremovibilmente fiducioso, come la Santa senese, nell’eterno avvenire della Chiesa”. Il suo monumento funebre è nel Duomo di Salerno e presenta una cassa marmorea addossata al muro, sostenuta nella parte anteriore, da tre gruppi di colonnine, con analoghi capitelli, su cui è distesa la figura del vescovo, a grandezza naturale, con gli indumenti pontificali e col capo poggiato su un cuscino. Nella faccia anteriore del sarcofago si osservano tre medaglioni in bassorilievo: di essi i due laterali portano gli stemmi del defunto ne quello centrale contiene l’immagine della Madonna del Melograno, titolare della Chiesa di Capaccio.
Marinello Santomango, Nobile, morto in Salerno il 13 gennaio 1372. sepolto nel Duomo di Salerno se ne conserva ancora la lapide sepolcrale, ove, sotto un arco quadrilobato, in basso rilievo, è effigiato il busto del defunto. Negli angoli superiori si vedono gli stemmi della famiglia ed intorno alla lapide leggesi: “ Qui giace il Nobile Uomo Marinello di Santomagno, morto ecc.”.
Pietro, Milite prese parte al primo scontro armato nella guerra tra i Santomango e gli Ajello.
Nicolò, Landolfo e Riccardo di Santomango, fratelli, ottennero nell’anno 1390 la grazia del Re Latislao per aver pertinaciamente continuato a seguire le parti di Ludovico D’Angiò contro quelle dei Durazzo. Nicolò, maggiore tra i tre, non solo, divenne familiare del Re e da questi ottenne nel 1391 tutti i beni feudali e burgensatici di Luigi della Porta, Cavaliere Salernitano e ribelle del Re Latislao.
Gurrone, familiare della Regina Giovanna II nell’anno 1423.
Oliviero, figlio di Gurrone, parteggiò per Re Alfonso e da questi fu chiamato “ intimo servito re e partigiano”. Sposò Maria Capana dalla quale ebbe sei figliuoli: SCIPIONE, MELCIADE, TESEO, NICOLO’, ANDREA e FILIPPO.
Scipione, Signore di Santomango, ebbe l’investitura per la morte del padre Oliviero, vittima di un’aggressione, non senza gran dolore e sdegno del Re Alfonso verso gli assassini.
GiovanBattista, Capitano della Serra di San Martino e investito del feudo di San Mango quale erede primogenito del fu Scipione di Santomango.
Matteo, Teatino e visitatore generale dell’Ordine.
Antonio, avendo parteggiato per il Principe di Salerno, ribelle, fu spogliato dei suoi beni da Re Ferdinando I d’Aragona.
Troilo e Melchiorre, Regi consiglieri nel 1481.
Marino, figlio di Scipione, essendo stato assai caro a Roberto ed Antonello Sanseverino, entrambi principi di Salerno ebbe da coloro concessa la portulagna di Salerno confermata nell’anno 1487 allo stesso Marino dal Re Ferrante.
Onofrio, figlio di Marino, Signore di Santomango, nell’anno 1841, fu fedelissimo alla casa d’Aragona, avendo da quei Re numerosi privilegi. Sposò Donna Ceccarella di Diano, Signora di San Cipriano e sorella di Gasparre, Arcivescovo di Napoli, ed ebbe sette figlie femmine e nessun maschio. Non avendo alcun successore maschio, la Baronia fu ceduta all’altro ramo dei Santomango discendente da Melchiorre fratello di Oliviero.
– Melchiorre, carissimo al Re Alfonso I di cui fu consigliero di guerra. Bellissima la lettera che il Re Alfonso gli scrisse nell’anno 1438, chiedendogli soccorso di denari per pagare i soldati, avendolo, dice il Re, trovato sempre pronto nei bisogni della casa reale. Come pure nel 1443 il Re gli chiede una sovvenzione per il matrimonio di Donna Maria d’Aragona (sua figlia) con il Marchese di Ferrara.
Troiano, figlio di Melchiorre, uomo di grandissima fama ai suoi tempi, fu Signore di Acerno, di Calabritto e della città di Muro comprata sin dal 1467 dal Re Ferrante I, da cui ebbe il Criminale di Felitti e Castiglione. Fu Cavaliero e grande uomo di guerra e servì con fede e valore in più di un’occasione la casa d’Aragona, principalmente nella guerra del Duca Giovanni avendo Egli con le proprie forze e con grandissima spesa assoldato fanteria e cavalli contro l’esercito di Iacopo Piccinini che minacciava Montevetrano e la Foria di Salerno. Medesima fede nella casa d’Aragona confermò Troiano nella guerra dei Baroni e nel 1486 ebbe concessa dal Re Ferrante la mastrodattia di San Severino.
Melchiorre, figlio di Troiano.
GiovanTommaso, altro figlio di Troiano si vede riconosciuto il possesso della Terra di Santomango dal Principe di Salerno nel 1499, ma essendo morto prima di prenderne il possesso, fu confermato a Troiano II, suo figliuolo.
Masella o Tomasella Santomango, madre del sommo poeta Jacopo Sannazaro.
Alessandro, figlio di GianTommaso, a causa della morte di Troiano II, non avendo questi alcun erede, gli successe nel 1514 nella Signoria di San Cipriano.
GiovanniAndrea di Santomango, sposò Aularia de Dura, figlia di Brado, che aveva già comprato dal Principe di Salerno Roberto Sanseverino la bagliva di Marsico, ne ebbe nel 1507 la conferma dal Re.
Federico, figlio di Alessandro, Signore di San Cipriano, di Vignale, delle Pigne, di Castiglione e di Piedimonte, vendette l’intero suo Stato al Marchese di Pescara per diecimila ducati. Questa vendita non ebbe alcun effetto reale, come spesso avveniva in quell’epoca, in quanto di fatto la Signoria di San Mango restò all’antica casata.
Antonello, fratello di Federico.
Matteo, figlio di Antonio, era Signore di San Cipriano nel 1530.
Federico, figlio di Matteo, sposò una Dama di casa Guindazza dei Signori di Mirabella ed ebbe quale figlio GiovanVincenzo, Signore Delli Camini, gran Cavaliere di giostre.
GiovanVincenzo, sposò Costanza Della Marra figlia di GiovanDonato dalla quale ebbe quattro figli: FEDERICO, MATTEO, GIOVANBATTISTA e FABRIZIO.
Federico fu religioso tra i canonici regolari, morì col nome di Don Angelo.
– Filippo di Sanntomago, 1336, vescovo di Capaccio
– Tommaso Santomago, 1340, vescovo di Capaccio

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